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Veröffentlicht am 30­.09.2006

September 2006 - Il Regno

LETTERA AL DIRETTORE

Caro direttore,

fra pochi giorni il papa si recherà in Baviera per un nuovo viaggio pastorale. Benedetto XVI, come ha dichiarato di recente in un’intervista alle televisioni tedesche, ha voluto fortemente questo viaggio perché sente il bisogno di ritornare nella sua terra d’origine, fra la propria gente. La Germania attende questa visita con trepidazione. Anche Wir sind Kirche, movimento cattolico tedesco d’inclinazione progressista, seguirà l’avvenimento. C’è infatti la volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sui problemi che affliggono la locale Chiesa cattolica. Proprio durante un mio recente viaggio in Germania ho avuto la possibilità d’entrare direttamente in contatto con questa porzione del popolo di Dio e di conoscere le loro proposte e preoccupazioni al di là del generale silenzio della nostra stampa nazionale.

Wir sind Kirche partecipa, al pari dell’associazione italiana Noi Siamo Chiesa, all’International Movement We Are Church (IMWACH), entità nata dall’esperienza dell’Appello dal Popolo di Dio e forte di diverse rappresentanze in tutti i continenti. I membri di Wir sind Kirche sono prevalentemente laici, ma non mancano i chierici. Buona parte di loro segue attivamente la vita della Chiesa tedesca partecipando ai consigli pastorali parrocchiali o diocesani. Quel che colpisce maggiormente di tale organizzazione è il fatto che, pur portando avanti battaglie spinose per il magistero ( abolizione del celibato obbligatorio per i chierici, sacerdozio femminile, democrazia nella Chiesa, revisione della morale sessuale ed ecumenismo), gode d’una certa legittimazione ecclesiale all’interno del proprio Paese.

Ogni due anni in Germania si organizza il Deutsche Katholikentag, la manifestazione più importante del laicato cattolico, che vede tra l’altro la partecipazione del vescovo della diocesi in cui, di volta in volta, si svolge l’iniziativa. Da alcuni anni anche Wir sind Kirche prende parte ai Deutsche Katholkentag. Una recente risposta degli uffici della Santa Sede sulla richiesta di un incontro col papa, anche se negativa indica, indica il primo segnale di un qualche riconoscimento del movimento. Niente di simile accade in Italia dove Noi Siamo Chiesa, pur se rappresenta un numero non così ridotto di fedeli, non trova spazio all’interno dei pochi momenti di confronto fra le varie anime del laicato italiano.

In occasione della prossima visita di Benedetto XVI in Baviera, i responsabili di Wir Sind Kirche hanno realizzato una lettera aperta indirizzata al pontefice ed ai vescovi tedeschi e a disposizione del pubblico sul sito del movimento, www.wir-sind-kirche.de . Nella lettera si denunciano i non pochi problemi, che affliggono la Chiesa cattolica in Germania. Primi fra tutti la drastica diminuzione dei cattolici e la crisi delle vocazioni con inevitabili conseguenze sul piano del normale funzionamento delle attività parrocchiali. Secondo i dati forniti dal movimento, dal 1990 ad oggi, i cattolici sarebbero diminuiti dell’8%, mentre il numero dei sacerdoti è calato, tra il 1992 e il 2004, del 29% (da 19.266 a 13.681). Non mancano poi riferimenti impliciti alle recenti prese di posizione di Mons.

Gerhard Ludwig Muller, vescovo di Ratisbona, città natale di Benedetto XVI, il quale ha abolito il consiglio diocesano, i consigli dei decani ed ha punito, in diverse occasioni, sacerdoti e laici, che si sono espressi in termini critici rispetto ai suoi provvedimenti. Il tutto senza dimenticare l’emarginazione, su ordine di Roma, dei volontari e dei collaboratori cattolici impegnati nei consultori per le gravidanze dopo l’abbandono dei Vescovi nel 1999. Queste e l’altre questioni vengono ad essere lette come inevitabili conseguenze d’una compagine ecclesiale tendenzialmente incentrata sulla propria struttura gerarchica con uno iato sempre più profondo tra chierici e laici ed una sfera morale e normativa incapace di interpretare l’esigenze della modernità e di conformarsi alla portata liberante del Vangelo, confermata anche dalla moderna teologia ed esegesi biblica. La lettera si chiude con una serie di proposte funzionali a superare le difficoltà della Chiesa tedesca. Tra queste segnalo l’invito finale a costruire “ una Chiesa aperta, amica delle persone, fraterna”. Una sollecitazione valida anche per la nostra Chiesa italiana.

Giovanni Panettiere

Bologna 3 settembre 2006

Zuletzt geändert am 02­.11.2006